Prefazione all'edizione inglese de "La Storia del Vaiont"

Siamo stati profondamente scossi per le molte vittime provocate dalla frana del Vaiont. Ma se qualcosa di positivo può venire da un tale disastro, è perché spesso ingegneri e scienziati imparano di più dallo studio degli insuccessi che dai successi (o dai progetti riusciti). La frana del Vaiont è e sarà sempre un precedente chiave nella casistica dell’ingegneria e degli studi geologici. Ecco perché il libro di Edoardo Semenza è così importante, in quanto fornisce nuove valide informazioni geologiche (sulla documentazione geologica) sulla frana e sugli eventi ad essa correlati.

Per certi aspetti, la storia del Vaiont può essere paragonata a una tragedia greca. Al progettista, Carlo Semenza, fu detto in varie occasioni da uno o più dei suoi esperti consulenti, Dal Piaz, Caloi, Penta, Müller e altri che probabilmente: 1) non c’era stata in precedenza una frana di qualche importanza, 2) la roccia in movimento non avrebbe potuto essere stabilizzata mediante drenaggio [1] e 3) ulteriori movimenti della frana non sarebbero stati fatali (esiziali) per il progetto. Invece suo figlio Edoardo, laureato in geologia da pochi anni, gli diceva: 1) c’era un’enorme antica massa franata, poco a monte della diga; 2) la frana nel suo movimento aveva attraversato (ostruito) la valle; 3) la massa di frana riposava su materiali deboli e 4) l’antica frana avrebbe potuto essere riattivata dal riempimento del serbatoio. Come ora sappiamo, Edoardo aveva ragione. Noi riteniamo che queste opinioni tecniche contrastanti abbiano fornito il vero dramma prima della frana, e non le ricostruzioni artificiose dei giornalisti e degli autori dello spettacolo e del film.

La costruzione della galleria di by-pass nel 1961 indicò che i responsabili avevano concluso che la frana avrebbe potuto scendere ostruendo la valle e che la galleria avrebbe potuto convogliare le acque del torrente oltre un eventuale blocco. Il vero disastro fu provocato dal fatto che la frana scese a una velocità inaspettatamente alta, che spostò una parte considerevole delle acque del serbatoio in un breve tempo, causando l’onda distruttiva. Noi riteniamo che lo stato dell’arte nel mondo nel 1963 era tale, che i più eminenti professionisti del settore non avrebbero previsto la velocità della frana che si verificò al Vaiont.

Il libro di Edoardo è un convincente resoconto dei dettagli tecnici e delle persone coinvolte. Egli era in una posizione unica per vedere i molti aspetti dello svolgersi degli eventi. Questa edizione del suo libro aiuta a chiarire molti dettagli irrisolti per il mondo di lingua inglese. Edoardo Semenza ha compreso l’importanza di documentare i dati della frana per i posteri. Il suo libro porta un incremento sostanziale rispetto alle sue precedenti pubblicazioni e alle due carte geologiche della zona prima e dopo lo scivolamento, incredibilmente dettagliate, fatte da Daniele Rossi e Edoardo. Certamente, il libro ha molto accresciuto la nostra comprensione degli eventi relativi alla frana, nonostante abbiamo studiato la frana per molti anni.

Dalla nostra rassegna del 1975 delle 30-40 pubblicazioni e relazioni sulla frana, risultava una grande divergenza su molti aspetti importanti. Anche se l’articolo di Müller del 1964 era il più esauriente (o completo), le sue analisi della frana non presentavano una storia coerente degli eventi. Eravamo preoccupati che il resoconto di Müller potesse essere viziato dal fatto che era stato il principale consulente geotecnico per la frana e aveva diretto le ricerche. Cercammo una descrizione della frana non influenzata dagli eventi successivi alla frana. Gli studi di Semenza del 1960 emergevano [2] . Presentavano un tentativo di sezione della frana e mettevano in luce dei depositi dell’antica frana sul lato opposto della valle rispetto all’antica frana appena scoperta. Dopo aver esaminato questi studi, organizzammo di incontrare Edoardo alla frana, e ciò portò alla nostra piacevole collaborazione con lui durante i nostri studi e anche in seguito.

Nel suo libro, Semenza descrive il ruolo di Müller nel disastro del Vaiont, ma dal nostro punto di vista tratta Müller troppo gentilmente. Müller ripetutamente descrisse i movimenti di frana come “tipo ghiacciaio” e “creep”. Ciò ha sviato gli studiosi della frana dal mettere a fuoco la superficie di scivolamento. Ancora negli anni 1985-87, Müller scrisse che “eccetto che per una zona limitata la superficie di scivolamento non conteneva argilla o minerali di argilla” [3] . Affermò questo nonostante che una diffusa presenza di argilla sulla superficie di scivolamento fosse stata dimostrata. Edoardo era ben consapevole dei livelli di argilla negli strati che formano la base della frana e sono presenti anche in aree adiacenti.

Nelle nostre ricerche, non abbiamo mai trovato evidenze di comportamenti inappropriati né da parte di Edoardo Semenza né di suo padre, Carlo Semenza. Questi fu veramente un grande progettista di dighe. Egli riconosceva di non essere un geologo, così che quando il problema della frana divenne evidente egli chiese consiglio a esperti consulenti. Bisogna riconoscere che dal primo importante movimento franoso del 4 novembre 1960, fino alla sua prematura morte il 30 ottobre 1961, Carlo Semenza tenne il livello del serbatoio basso e la frana rimase relativamente stabile. Questo è il periodo in cui Edoardo osserva che suo padre era molto preoccupato. In seguito alla morte di Carlo Semenza, durante i due anni decisivi prima del disastro, l’impianto fu trasferito dalla SADE all’ENEL, e Edoardo nota che in quest’ultimo periodo né Müller né egli stesso ebbero a che fare con il direttore del progetto per quanto riguarda la frana. Dopo la catastrofe, Müller scrisse varie relazioni e pubblicazioni sulla frana e Edoardo intraprese ulteriori studi sulla geologia della frana, culminati con questo libro.

Il periodo dal 1959, quando l’antica frana del Vaiont fu scoperta, fino al 1985, quando completammo il nostro rapporto, fu un tempo di cambiamenti importanti nei campi della geotecnica, della geomeccanica e dell’idrogeologia. In particolare, gli strumenti per le ricerche, i test e le analisi sulle frane cambiarono rapidamente. In fasi del genere, il ruolo di consulenti esperti esterni è particolarmente importante per introdurre concetti e metodi usati con successo altrove.

Edoardo Semenza ha approfondito i dettagli degli eventi che portarono alla catastrofe e i pensieri e le azioni di molte delle persone autori delle decisioni chiave. Noi riteniamo che dovrebbe essere richiesto di leggere questo eccellente libro a tutti i geotecnici e geologi applicati. Certamente dovrebbero conoscere La Storia del Vaiont prima di essere coinvolti in progetti del genere.

 

Settembre 2010                                              Alfred J. Hendron Jr. e Franklin D. Patton

[1] Le raccomandazioni di Müller sul drenaggio furono ambigue: egli rispose negativamente sulla possibilità che mezzi artificiali potessero essere usati per stabilizzare la frana, ma anche consigliò dei tunnel di drenaggio, a una quota tuttavia inizialmente troppo elevata.

[2] Semenza E. (1960); Giudici F. and Semenza E. (1960).

 

[3] Müller L. (1987) p. 439.